Il dialogo tra marxismo e critica femminista, avviato intorno agli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, ha generato la formulazione di una nuova e sempre più complessa definizione di società capitalistica. Questo incontro «al contempo irrinunciabile e insufficiente» (Curcio, 2020: I) deriva dalla constatazione che nonostante l’analisi marxiana sia in grado di fornire strumenti concettuali indispensabili per cogliere sistematicamente lo sfruttamento alla base della divisione sociale
del lavoro produttivo (che distingue il lavoro manuale della classe operaia dal lavoro intellettuale della classe borghese) e strumenti politici utili per progettare percorsi di lotta di classe, essa non può che risultare problematica in quanto elaborata a partire da «un punto di vista parziale: quello del lavoratore industriale salariato, prevalentemente bianco, nel cui nome si è formata l’Internazionale, e che è stato identificato come il protago- nista della lotta contro il capitale per la liberazione dell’umanità» (Federici, 2020: 40).
Letizia Ferrari, Silvia Federici (2020). Genere e Capitale. Per una lettura femminista di Marx
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